Uno strano anno è passato…
Nel momento in cui mi sono seduto alla scrivania per trasformare in articolo il mio pensiero e le mie emozioni, ero indeciso su quale headline utilizzare. Avevo in mente due massime tra cui scegliere:
Le decisioni giuste vengono dall’esperienza e l’esperienza viene dalle decisioni sbagliate, ecco perché ogni occasione è buona per imparare
oppure
I capi scelgono sempre i fedeli e non i più bravi, perché i più bravi sono spesso anche rompicoglixxx perché usano il cervello
Entrambe abbastanza dure e dirette e che avrebbero potuto portarmi fuori strada nell’ esternazione dei miei pensieri. Ho scelto una linea più soft e ho deciso per quella che poi ho utilizzato.
Uno strano anno è passato… Un anno che ha portato per molti di noi, profondi cambiamenti sociali e professionali, in modo inaspettato, improvviso, violento, con imposizioni che ci hanno catapultato in una realtà con trame da film di fantascienza. E come spesso accade, la realtà supera di gran lunga la fantasia.
Per quanto mi riguarda, oltre la già complicata pandemia, si sono aggiunti anche gravi problemi di salute che mi hanno segnato profondamente e che mi hanno costretto a rivedere la scala delle mie priorità. Ma nulla succede per caso e soprattutto ogni evento è stimolo di crescita. Non esiste sconfitta se non sei tu a darti per vinto.
Ci sono solo due possibilità: o vinci o impari, come diceva Nelson Mandela.
Quando un nuovo anno comincia tutti noi abbiamo una serie infinita di buoni propositi che quasi sempre rimarranno tali. Ma l’inizio di un nuovo anno, complici le festività e il relax che si portano dietro, è comunque sempre tempo di bilancio di quello appena trascorso.
La fine di questo anno bisesto, che farà felici i fatalisti per non essersi smentito in quanto funesto, porta qualcosa di inaspettato e inimmaginabile. Come ha scritto qualche mio collega: è qualcosa che nessuno si aspettava e che ha destabilizzato. A dire il vero nemmeno io me lo aspettavo.
Ma ci sono cose che seguono corsi e percorsi strani, così come gli amori di Antonello Venditti, che fanno dei giri immensi e poi ritornano.
Di cosa sto parlando? La fine del 2020 porta un importante cambiamento in ambito professionale. Lascio l’azienda con cui ho lavorato negli ultimi due anni e tre mesi per approdare, anzi ritornare, in quella da cui son partito nel lontano 1998.
Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare. Winston Churchill
Non è stata una scelta facile, piuttosto una scelta sofferta perché lascio l’azienda che mi ha dato la possibilità di tornare ad incontrare i professionisti di Torino e Aosta che avevo lasciato nel 2011. Lascio i colleghi di lavoro, quelli della redazione di Trento, tutte persone con cui hai condiviso un percorso importante e significativo della mia vita.
Ma la vita va avanti e non ti aspetta. Bisogna amare la goccia che fa traboccare il vaso, è nascosto lì dentro ogni bel cambiamento.
Dopo pochi minuti dalla mia rinuncia al mandato, la notizia si è diffusa in tempo zero attraverso il tam-tam dei gruppi aziendali. Ho ricevuto molti attestati di stima e altrettante parole di ringraziamento da parte dei colleghi nuovi del settore per l’aiuto incondizionato ricevuto. I colleghi più “anziani” pensavano ad uno scherzo, tanto era difficile da credere. Altri colleghi erano dispiaciuti dal non lavorare più insieme e non potersi più incontrare alle riunioni, anche solo quelle via zoom cui ci ha abituati questo strano anno appena trascorso.
Sono questi i momenti in cui ti accorgi quali siano le cose importanti della vita. Non si può sempre e solo lavorare per cercare un tornaconto immediato. Se dai valore a quello che fai senza aspettarti nulla in cambio, puoi essere sicuro che, quando meno te lo aspetti, riceverai molto di più di quello che hai dato.
Le maggiori soddisfazioni non sono mai di carattere economico ed io ho sempre cercato di essere più un uomo di valore che di un uomo di successo.
Nel lavoro le maggiori soddisfazioni sono quelle che ti riconoscono i clienti per il buon lavoro svolto e quelle che ti riconoscono i colleghi per l’esempio dato, per i consigli e il supporto che hai saputo regalare. La professione è solo un aspetto della vita che è fatta di emozioni, di relazioni, di confronto, e non certo di interessi.
Qualche riga sopra ho parlato della goccia che fa traboccare il vaso perché è proprio quello che è successo ed è quello che, quasi sempre, accade nelle relazioni professionali. Non c’è un singolo evento che ti spinge a fare delle scelte ma è una serie di azioni che ti costringono a scegliere. Azioni fatte sempre nella direzione sbagliata e delle quali chi è preposto a seguire la crescita della rete commerciale non se ne accorge o forse, sarebbe meglio dire, fa finta di non accorgersene per poi cadere dal pero quando gli presenti il conto.
Del resto il lavoro è come il matrimonio*: per vivere felici e sereni serve una visione comune di progettualità, nel momento in cui questa finisce è meglio liberarsene subito per evitare di vivere infelici. Rimangono i ricordi dei bei momenti passati che son quelli che formano il bagaglio professionale e la ben più importante esperienza, che non è altro che la conseguenza e la metabolizzazione delle scelte precedenti che servono per crescere.
Così come ogni occasione è buona per imparare è altrettanto vero che non si smette mai di imparare.
Ho scelto la linea soft ma non posso non utilizzare una chiusura a modo mio…
Ci sono persone così povere che l’unica cosa che hanno sono i soldi!
*La fonte è il prof. Paolo Gallo e i suoi libri